“Gli spavaldi come te sono i migliori da accoltellare”. “Menatelo forte, schiacciatelo con il trattore, spetasciategli la testa”. Minacce e insulti omofobi nella chat di un gruppo di ragazzi del liceo Gallio di Como. Era il periodo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 e la vittima, bullizzata dai compagni, era arrivata a cambiare scuola. La famiglia aveva presentato denuncia e ora il giudice del Tribunale dei minori di Milano ha deciso il rinvio a giudizio di tre dei ragazzi, che all’epoca dei fatti avevano tra i 16 e i 17 anni, come il ragazzino preso di mira.
Secondo quanto ricostruito, ai tre giovanissimi, oggi tutti maggiorenni, viene contestata una serie di intimidazioni nei confronti di un compagno di scuola bollato come “diverso” e per questo sottoposto in chat ad avvertimenti, offese e minacce. Parole accompagnate da immagini e video raccapriccianti e con svastiche e riferimenti nazisti.
Il ragazzo bullizzato, come denunciato dalla famiglia, è stato costretto a cambiare abitudini e scuola. Le chat, secondo i magistrati, sono la prova di una serie di atti di cyberbullismo che sarebbero durati 7 mesi, tra settembre 2020 e marzo 2021. “Qui c’è qualcuno – scriveva uno degli indagati – che vuole un colpo di Ak nell’arteria”, un altro dei messaggi scritti nel gruppo, con riferimento a un colpo di fucile da guerra.
I tre, secondo quanto scritto dal pubblico ministero Sabrina Ditaranto nella richiesta di rinvio a giudizio, “con messaggi minacciosi, omofobi, antisemiti e inneggianti al fascismo” hanno causato alla vittima “un grave stato di ansia e di timore per la propria incolumità”.
L’udienza preliminare del procedimento a carico dei tre ragazzi, oggi tutti maggiorenni, è stata rinviata al 14 ottobre al tribunale dei minori di Milano. “La famiglia vuole che la giustizia segua il suo corso ma spera al più presto di potersi mettere alle spalle questa brutta pagina”, fa sapere il legale che assiste la vittima, Alessandro Gentiloni Silverj.
Nessun commento dal liceo Gallio. Da quanto appreso, la scuola era intervenuta con un procedimento disciplinare. Uno dei ragazzi era stato sospeso e aveva svolto lavori socialmente utili, mentre gli altri due avevano lasciato la scuola.