La sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso la sanzione della censura per il giudice del tribunale civile di Como Marco Mancini. La notizia è stata riportata dall’Ansa. Al magistrato era contestato di aver violato i doveri di imparzialità e correttezza. In particolare, secondo la Procura generale della Cassazione, Mancini non avrebbe osservato l’obbligo di astensione nella trattazione di procedimenti civili a lui assegnati e avrebbe conferito una serie di incarichi giudiziari al figlio della sua partener.
Secondo la procuratrice generale della Suprema Corte, Luisa De Renzis, in questa situazione “c’erano i presupposti per l’obbligo di astensione”. Invece, in base a quanto sostenuto dall’ex magistrato Claudio Castelli, difensore di Mancini, il giudice doveva essere assolto “per l’insussistenza della incolpazione”. Per la difesa, “non c’era alcun obbligo di astensione” e sarebbero stati i curatori fallimentari a dare l’incarico di collaborazione al figlio della partner di Mancini perché si occupasse della vendita di una grande lottizzazione di villette per un compenso totale, riferito dalla difesa, di 17mila 400 euro.