(ANSA) – BOLZANO, 11 MAR – La tragedia che nella scorse ore si è consumata lungo la Haut Route fa venire in mente quella del 2018. Il 29 aprile di sei anni fa, persero la vita sette scialpinisti, tra loro anche i bolzanini Elisabetta Paolucci (44), Marcello Alberti (53) e la moglie Gabriella Bernardi (52), in una tempesta di neve nella zona della Pigna d’Arolla. Gli scialpinisti del gruppo, dieci in tutto, avevano perso la traccia a causa della bufera. Si erano fermati ad appena 550 metri dal rifugio Cabanes des Vignettes, dove avrebbero trovato la salvezza. "Un evento molto simile, quasi nello stesso luogo. Una tragedia", dice Luciano Cattori, uno dei tre sopravvissuti, alla testata svizzera "20 Minuten". Il suo gruppo partì però con tempo soleggiato e fu sorpreso da un rapido fronte di maltempo. Questa volte invece, evidenza lo svizzero, la perturbazione era stata annunciata. "È stata sicuramente una decisione sbagliata partire quando nevicava", aggiunge. Scavare una buca per mettersi al riparo fu impossibile perché la neve era ghiacciata, ricorda Cattori. Nel 2020 l’appassionato di montagna ha ripetuto il percorso in compagnia di suo figlio. "Quando mi sono fermato in quel punto, sopra il rifugio, le emozioni furono molte", confessa. L’anno scorso la televisione svizzera Srf ha ricordato il tragico fatto con un docu-drama in lingua tedesca "Todesfalle Haute Route", realizzato da Srf in collaborazione con Servus Tv e Arte Geie. (ANSA).