(ANSA) – IL CAIRO, 08 MAR – Una festa all’insegna della solidarietà e dell’integrazione, quella organizzata per l’8 marzo dai Comites d’Egitto, che ha visto raccolti almeno 300 dei 5000 italiani che vivono nel Paese, alcuni da molti anni e che l’hanno ormai scelto come loro casa. La segretaria generale Luciana Tironi, di origine bergamasca, ha accolto gli invitati uno a uno raccontando storie di integrazione e amore per il Paese. L’appuntamento è stato celebrato in modo insolito in una fabbrica di mozzarelle poco fuori del Cairo, una fabbrica messa su da un egiziano che ha fatto tesoro della sua esperienza prima con una ditta italiana, poi in una scuola casearia in Italia. Yassou Ramadan non solo ha imparato a fare un’ottima mozzarella, ma ne ha fatto anche un esperimento sociale e imprenditoriale di successo. Nella fabbrica lavorano una quarantina di persone, al 90 per cento donne, che possono contare su un asilo nido per i figli nello stesso edificio, alle quali Yassou ha offerto un lavoro dignitoso e ben pagato, in un ambiente dall’igiene immacolata. Alcune operaie sono venute anche di venerdì, qui giorno di festa, per una dimostrazione a beneficio dei visitatori, e siccome l’asilo era chiuso, non hanno esitato a mettersi a lavorare con i bimbi in spalla. Ad aiutare Yassou nell’impresa è Simona Mastrogiacomo, un’italiana di Canterano (Roma) che ha messo nell’azienda tutte le sue energie facendola diventare un punto di riferimento per tutto l’Egitto. Mozzarelle, ovoline e burrate di Yassou vengono vendute ovunque: da Sharm, ai migliori ristoranti del Cairo e di Alessandria fino alle ambasciate. Presto sarà aperto un nuovo stabilimento a Wadi El Natrun, vicino ad un antico monastero copto ortodosso con un allevamento di bufale, che fornirà direttamente il latte alla fabbrica. Anche oggi il latte giunge freschissimo da vicini allevamenti e trattato in fabbrica fin dalla pastorizzazione, mentre il caglio viene dall’Italia. Alla festa, rallegrata da uno spettacolo di musica e danza tradizionale, hanno partecipato tra gli altri, i monaci dei monasteri coinvolti, anche di quello copto cattolico di Assiut che finanzia un progetto locale di microeconomia per valorizzare prodotti artigianali realizzati da donne. (ANSA).