(ANSA) – ROMA, 06 MAR – "Domani mattina verranno gli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale. Sono a disposizione della chiarezza e della verità. Per questo sono contento della presenza degli ispettori domattina. Perché tutti noi siamo certi di avere fatto il meglio proprio per il bimbo". Così all’ANSA Riccardo Agresti, il preside della scuola di Ladispoli, dopo il caso scoppiato per un bimbo di 6 anni sospeso per 21 giorni e non fatto entrare a scuola dopo che il Tar ne aveva disposto il suo ritorno in classe. Ma il preside precisa che non sapeva ancora del pronunciamento del tribunale e che "Una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso". "Parcheggiata la mia auto ed entrando nel cancello di scuola è arrivata una pattuglia dei Carabinieri, per cui ho atteso nel mio ufficio il loro arrivo (papà, bimbo e Carabinieri). Invece poi non è entrato nessuno e sono "spariti" tutti – il racconto del preside – . Una volta letta la decisione del Tar ho dato disposizioni di non impedire l’accesso ad alcuno e stamani mi attendevo che il papà entrasse con il bimbo ed in effetti mi sono insospettito del fatto che il bimbo non si fosse presentato" "Nessuno impedirà l’accesso del bimbo dopo la decisione del Tar", ha ribadito. Il problema reale della vicenda è "semplicemente la famiglia che ritiene la Scuola un babysitteraggio e se ne infischia del fatto che altri 21 bambini non stanno imparando a leggere e scrivere a causa della situazione della classe". (ANSA).