(ANSA) – ROMA, 06 MAR – La scuola e il mondo associativo sul tema della disabilità "devono lavorare insieme". Lo ha detto la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli alla Celebrazione del 15° anniversario della ratifica della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità. "Perché la mia sensazione – ha proseguito – è che le associazioni ogni tanto siano presenti nel mondo della scuola per testimonianze e che ci siano dei progetti molto interessanti che vengono proposti dalle scuole, dagli studenti e dagli insegnanti che riguardano l’inclusione. E’ come se fossero però ancora due mondi un po’ separati. La sfida per l’anno prossimo, e sulla quale dobbiamo lavorare quest’anno raccogliendo anche le proposte delle federazioni, è di lavorare insieme. Quando le scuole fanno un progetto sull’inclusione sentano il mondo associativo e quando le associazioni entrano le scuole coinvolgano tutti gli insegnanti e tutti gli studenti. Solo così possiamo davvero portare una testimonianza di cambiamento, di inclusione, di protagonismo di tutti e portare davvero un futuro migliore nelle nostre scuole, ma soprattutto fuori dove la vita reale davvero è complessa". Locatelli ha ribadito: "Siamo in un momento di grande cambiamento. Una sfida epocale che ci dobbiamo giocare fino in fondo" ed annunciato l’intenzione di coinvolgere di più gli studenti. "L’anno prossimo vorrei che – ha concluso – ci ritrovassimo qui e che la voce fosse soprattutto dei ragazzi. Vorrei che a parlare per descrivere quello che succede tutti i giorni tra i banchi di scuola, nelle classi, tra i compagni, nelle reti amicali, anche fuori dalla scuola, foste voi ragazzi, perché voi siete i protagonisti". E il ministro all’Istruzione e al Merito ha rilanciato: "Con il ministro Locatelli abbiamo concordato – ha detto Valditara – di far conoscere la Convenzione Onu per le persone con disabilità nelle scuole ed, aggiungo, inserirla nell’ambito dell’Educazione Civica. Perchè la partecipazione dei ragazzi è fondamentale. Credo moltissimo nel fatto che i ragazzi siano loro stessi protagonisti di educazione". (ANSA).