(ANSA) – MILANO, 05 MAR – Arriva in Cassazione, dopo quasi 8 anni dai fatti, il caso della stilista di 37 anni Carlotta Benusiglio, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero nei giardini di piazza Napoli, a Milano, la notte del 31 maggio del 2016. Terzo grado di giudizio fissato per l’8 maggio dopo che, l’11 ottobre scorso, la Corte d’Assise d’appello milanese ha spazzato via sia la tesi della Procura sull’omicidio che il verdetto del gup sulla "morte come conseguenza di altro reato", assolvendo l’ex fidanzato Marco Venturi "perché il fatto non sussiste" da tutte le imputazioni. In primo grado il gup Raffaella Mascarino aveva deciso che non si era trattato di omicidio, ma di un suicidio o di un atto dimostrativo finito in tragedia, causato dall’ex compagno, che avrebbe sottoposto Benusiglio per due anni a vessazioni fisiche e psicologiche. Da qui la condanna a 6 anni per morte come conseguenza di condotte persecutorie. Condanna, poi, cancellata in secondo grado per il 47enne, difeso dal legale Andrea Belotti, dai giudici (presidente Ivana Caputo, relatrice Franca Anelli). Per la Corte Benusiglio si uccise, dopo l’ennesimo litigio col fidanzato, e lo stalking a lui contestato, che per la sentenza di primo grado ne avrebbe causato la morte, fu "inesistente". Su questo caso, poi, scrissero i giudici, non ci sarebbe stato bisogno nemmeno di un processo, ma bastavano gli esiti "dell’incidente probatorio", ossia della perizia che stabilì che si era trattato di suicidio. La Procura generale, sulla base del ricorso della Procura, aveva insistito in appello per la richiesta di 30 anni per omicidio. Per l’accusa, così come per i familiari della 37enne coi legali Gian Luigi Tizzoni e Pier Paolo Pieragostini, Carlotta Benusiglio sarebbe stata strangolata dal 47enne, il quale avrebbe inscenato il suicidio. Dopo l’assoluzione in secondo grado, la sostituta pg Maria Vittoria Mazza ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo non più l’ipotesi dell’omicidio ma quella della morte come conseguenza di stalking. (ANSA).