È guerra del posteggio tra Italia e Svizzera. O meglio, tra Como e Canton Ticino, con il sindaco del capoluogo lariano, Alessandro Rapinese, e un politico elvetico, Lorenzo Quadri, che litigano a distanza su chi sia più incivile nel posteggio, se il frontaliere italiano o l’automobilista svizzero. Quadri, che ha fatto dello sberleffo agli italiani una cifra di linguaggio politico, ora alza il livello dello scontro invitando i suoi concittadini ticinesi a trasformarsi in ausiliari della sosta: “Segnalate alla polizia i parcheggi italici abusivi”, tuona dalla pagina cinque dell’ultimo numero del Mattino della Domenica.
IL POMO DELLA DISCORDIA
Tutto nacque in una data molto precisa: 21 maggio 2022. In piena campagna elettorale, l’allora candidato e non-ancora-sindaco Alessandro Rapinese lanciò una provocazione agli “amici svizzeri”. “Appena sarò sindaco per gli amici svizzeri che parcheggiano dove gli pare e poi, complici le difficoltà legali, non pagano mai le multe, avrò, come i buoni amici meritano, un occhio di riguardo: un carro attrezzi loro dedicato. Quando avranno pagato la multa, e la rimozione, i precisetti elvetici potranno tornare a casa serenamente. Per un amico si fa questo ed altro”. Detto, fatto. Ovviamente nessun carro attrezzi dedicato, ma qualche rimozione (ben pubblicizzata) di auto con targa svizzera posteggiata in modo selvaggio. La boutade elettorale di Rapinese non era andata giù al consigliere nazionale ed esponente della Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri, che da quel maggio 2022 periodicamente – vuoi dal suo profilo Facebook, vuoi dal suo giornale Il Mattino della Domenica – respinge al mittente le accuse di inciviltà stradale.
LA CONTROFFENSIVA ELVETICA
Se fino ad ora si era limitato a pubblicare sui social foto di auto italiane in sosta vietata, il leghista d’oltreconfine – ben sapendo di rivolgersi a un sindaco, Rapinese, che le provocazioni se le mangia a colazione – alza lo scontro. La miccia? Il caso di un contravventore ticinese costretto a pagare subito la multa.
QUADRI L’HA PRESA BENE. NON BENISSIMO.
Tanto basta per scatenare il biondo leghista ticinese che, dalle colonne del suo giornale, nell’ordine:
– suggerisce di spremere gli automobilisti italiani in contravvenzione come fossero una “miniera d’oro”;
– invita i ticinesi a smettere di frequentare Como, ipotizzando ricadute elettorali su Rapinese;
– ricorda che alla fine c’è poco da prendersela con gli svizzeri, visto che garantiscono la “pagnotta sul tavolo” ai frontalieri;
– e, dulcis in fundo, esorta i lettori a prendere il telefonino e scattare le foto delle auto italiane in sosta vietata, promettendo che pubblicherà “gli scatti più interessanti”.
Ed ecco che la gogna del posteggio è servita, in una battaglia della sosta che a confronto la guerra dei Cent’Anni sembra una lite condominiale.