“Una proposta irrispettosa dei valori e della cultura occidentale”: queste le parole del sottosegretario di Stato al ministero dell’Interno, il canturino Nicola Molteni, sull’ipotesi di utilizzare la chiesa di Santa Maria a Cantù, per celebrare il prossimo Ramadan.
“Finché le comunità islamiche non sottoscrivono le intese con lo Stato italiano, ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, nulla è dovuto men che meno una chiesa. – scrive Molteni in una nota – Ritengo dunque che sia una proposta offensiva, una provocazione irresponsabile nei confronti della città e della comunità cattolica canturina che non passerà: non abdicheremo mai ai nostri valori occidentali e a difendere i luoghi sacri della Cristianità, perché il relativismo culturale non vincerà mai”.
La vicenda si riapre dopo l’ennesimo stop da parte del comune canturino all’utilizzo, per la preghiera del capannone, di via Milano al centro della contesa tra amministrazione e associazione Assalam. La proposta di aprire le porte di Santa Maria è arrivata da Sergio Marelli, già presidente della Associazione ONG Italiane.
Tra le prime reazioni quella, appunto, del sottosegretario Molteni.
Chi vuol pregare non ha bisogno di luoghi; ma del sentimento di raccoglimento spirituale. Detto questo, quando mancano le strutture considerate adatte a tale scopo, com’è nel caso dei musulmani,può farlo anche in un cortile.