(ANSA) – GENOVA, 29 FEB – Le ville di Montenero, a Bordighera, e i terreni di Vallecrosia (Imperia) confiscati al clan Pellegrino dopo le condanne definitive per associazione mafiosa degli esponenti locali della ‘ndrangheta, sono stati consegnati stamani con una cerimonia nell’Istituto don Bosco di Vallecrosia ad associazioni del territorio che li riutilizzeranno per finalità sociali, in particolare per favorire percorsi di formazione per i ragazzi dell’Istituto Don Bosco e del Centro Formazione professionale salesiano. "Esprimo profonda soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto nella provincia di Imperia, con la riqualificazione di immobili appartenenti a esponenti di spicco della criminalità organizzata – ha scritto in un messaggio inviato al prefetto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – Il riutilizzo per finalità sociali dei beni sottratti alle consorterie criminali assume un rilevante significato, anche simbolico, perché solo con la restituzione alla comunità di ciò che ha rappresentato il frutto di profitti illeciti, può dirsi davvero compiuta l’opera di contrato alle mafie". Anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha espresso il proprio apprezzamento: "La restituzione alla cittadinanza e al mondo dell’agricoltura di terreni confiscati alla criminalità – ha scritto – può contribuire a contrastare la desertificazione economica e sociale di alcune aree della nostra nazione". Parlando dei beni confiscati il prefetto Valerio Romeo ha ricordato quando, il 23 marzo del 2023, è entrato per la prima volta nelle ville che la famiglia Pellegrino aveva realizzato a Bordighera: "Ricorderò sempre quel giorno – ha detto – quando insieme a Maura Orengo (referente provinciale di Libera, ndr), alle forze dell’ordine, preziosissime, ai sindaci, ai ragazzi di Libera e della Spes, andammo ad aprire la villa che è stata confiscata al clan Pellegrino e trovammo l’espressione più palese dello stile mafioso. In quella villa, In quella villa dei nascondigli, il disprezzo nei confronti della legge prima che i carabinieri la facessero abbandonare ai criminali. Quello fu un giorno lieto perché per la prima volta eravamo tutti insieme, a dire ‘ormai ci siamo noi, qui’". (ANSA).