(ANSA) – TOKYO, 27 FEB – Prosegue, inarrestabile, il declino della popolazione giapponese a fronte della crisi demografica che si protrae ormai da decenni. Secondo i dato governativi, nel 2023 il numero dei nuovi nati è sceso del 5,1%, al minimo storico rispetto all’anno precedente, a quota 758.631. Un fattore che ha provocato una riduzione della popolazione di quasi 832mila unità, compresi gli stranieri: si tratta del margine più ampio mai registrato. Un saldo negativo causato da un numero record di decessi, 1.590.500 rivelano i dati, mentre i matrimoni confermano la tendenza ribassista, scendendo al livello più basso dalla fine della Seconda guerra mondiale, al di sotto delle 500mila unioni; complice anche la pandemia da Coronavirus. Secondo i sociologi il rapido declino delle nascite è da attribuire principalmente alle sempre più frequenti decisioni di convolare a nozze in età avanzata, e alle scelte delle persone di rimanere single. Il premier Fumio Kishida ha definito il periodo da qui al 2030 "l’ultima possibilità di invertire la tendenza". Le misure fin qui adottate dall’esecutivo, tuttavia, non sono servite a contrastare il calo delle nascite. Le nascite in Giappone sono aumentate considerevolmente nel dopoguerra, il periodo conosciuto come ‘baby boom’, con più di 2,69 milioni di bambini nati nel 1947, stabilendo un record. Il numero è poi calato, per poi crescere nuovamente durante il secondo baby boom dal 1971 al 1974. Nel 1973 le nascite hanno superato nuovamente i 2 milioni, per poi iniziare un costante declino fino al 2016, quando i nuovi nati scesero per la prima volta sotto il milione. L’Istituto nazionale di ricerca sulla popolazione l’anno scorso ha stimato che il numero di nascite si sarebbe assestato sotto i 760.000 a partire dal 2035. Una dinamica che invece è stata anticipata di oltre 10 anni. (ANSA).