Il nuovo capitolo sulla strage di Erba si apre a quasi 18 anni dai drammatici fatti che sconvolsero la cittadina brianzola e l’Italia intera. I familiari delle vittime il prossimo primo marzo potrebbero trovarsi di nuovo faccia a faccia in un’aula di tribunale con i coniugi Romano condannati in via definitiva all’ergastolo. Rosa oggi 60enne detenuta nel carcere di Bollate, Olindo che di anni ne ha 62, in quello di Opera. La Corte d’Appello di Brescia ha notificato nelle scorse settimane il decreto di citazione ad entrambi così come alle parti civili.
Dopo quasi 18 anni molto è cambiato anche all’interno delle famiglie coinvolte. Innanzitutto non ci sono più due uomini cardine che, in modi diversi, hanno lasciato un segno indelebile in questa pagina di cronaca nera che li ha visti – loro malgrado – protagonisti.
La morte di Mario Frigerio e di Carlo Castagna
Da una parte Mario Frigerio, l’unico sopravvissuto alla mattanza, colui che nell’aula della Corte d’Assiste di Como puntò li dito contro Olindo Romano. E’ scomparso nel 2014 o, come qualcuno disse all’epoca, tornato dall’amata moglie Valeria Cherubini che in via Diaz fu colpita a morte.
Dall’altra Carlo Castagna, mancato nel 2018 a 75 anni. In quella notte dell’11 dicembre perse l’adorata moglie, Paola Galli, la figlia Raffaella e il nipotino Youssef. Eppure, sostenuto da una fede salda e incrollabile, riuscì a stupire l’Italia intera per le sue parole di perdono nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Scelse poi di donare ai più bisognosi la casa in cui venne sterminata la sua famiglia.
E poi c’è Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, dopo un periodo sotto ai riflettori è tornato in Tunisia. Si è ricostruito una vita con la seconda moglie italiana e a ha avuto altri figli.
Quasi 18 anni dopo
Anche tra le forze dell’ordine e a palazzo di giustizia si registrano i segni del tempo. Alcuni professionisti non sono più in servizio o hanno cambiato ruolo, l’allora pubblico ministero Massimo Astori, ad esempio, è oggi procuratore facente funzione a Como. In pensione dal 2020, invece, il luogotenente dei carabinieri di Erba, Luciano Gallorini.
Altri, invece, non ci sono più. E’ il caso del giudice Alessandro Bianchi – scomparso nel 2020 all’età di 77 anni dopo un periodo di malattia – fu lui a presiedere la Corte nel processo di primo grado e lui lesse la prima sentenza di condanna per Olindo e Rosa. Lo scorso anno è mancato poi il pubblico ministero Mariano Fadda, a 61 anni, fece parte del pool che ha indagato dopo l’efferato pluriomicidio. Nel 2023 è morto anche all’età di 47 anni l’avvocato Manuel Gabrielli, aveva assistito come parte civile la famiglia Frigerio. Già nel 2009 si spense, invece, il penalista comasco, Enzo Pacia, l’ultima Assise fu proprio quella per la strage di Erba come difensore dei coniugi Romano.