La Cassazione chiude la maxi inchiesta sulle paratie, avviata nel 2016, e cancella di fatto tutti i presunti reati legati al cantiere delle barriere antiesondazione. L’ex sindaco Mario Lucini, sancisce la Suprema Corte, ha agito correttamente quando ha “spacchettato” il maxi appalto. E se in Appello l’assoluzione per l’accusa di turbativa era dettata dalla prescrizione, nel terzo e ultimo grado di giudizio l’assoluzione diventa piena, “perché il fatto non sussiste”.
“Mario Lucini è stato assolto perché il fatto non sussiste, non perché il presunto reato è prescritto – sottolinea il legale difensore dell’ex sindaco, Andrea Panzeri – La Cassazione è entrata nel merito e questo non accade spesso, quindi è un ulteriore motivo di soddisfazione. Leggeremo le motivazioni, ma la decisione sancisce quello che sosteniamo dall’inizio, Mario Lucini ha sempre agito in buona fede e non ha commesso reati”.
Gli ex dirigenti
Con l’ex sindaco Mario Lucini, assolti definitivamente dalle accuse di turbativa d’asta legate al cantiere delle paratie gli ex dirigenti comunali Pietro Gilardoni, Antonio Ferro e Antonella Petrocelli. “Sul capitolo paratie la soddisfazione è massima perché la pronuncia della Cassazione è netta, perché il fatto non sussiste – dice Luisa Scarrone, legale difensore di Gilardoni – Non c’è stata alcuna turbativa legata al cosiddetto spacchettamento dell’appalto, che è stata un’operazione legittima”. “L’assoluzione piena pronunciata dalla Cassazione nei confronti dell’allora segretario comunale di Como Antonella Petrocelli conferma che ha sempre operato nel rispetto delle regole e avendo come unico obiettivo il perseguimento della legalità e la tutela dell’interesse della comunità comasca”, sottolinea il suo legale, Nicolò Pelanda.
L’avvio dell’inchiesta
L’avvio della maxi inchiesta per presunte irregolarità nel cantiere delle paratie e di altre opere pubbliche, coordinata dal pubblico ministero Pasquale Addesso, risale al 2016 ed era sfociata in un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone. In primo grado, l’accusa aveva chiesto di condannare dodici imputati, con richieste complessive per oltre 40 anni.
Salita Peltrera
La Cassazione chiude senza condanne il capitolo paratie. Resta aperto il fronte della presunta corruzione per un altro cantiere finito nella maxi inchiesta, quello di Salita Peltrera. La Suprema Corte rinvia a un’altra sezione della corte d’Appello di Milano Pietro Gilardoni e Antonio Viola, già assolto a sua volta definitivamente dalle accuse legate alle paratie. “Attendiamo le motivazioni per comprendere la scelta dei giudici – dice il difensore di Viola, Elisabetta Di Matteo – così da poter nuovamente dimostrare l’estraneità ai fatti di corruzione contestati”. “Dimostreremo nuovamente che Gilardoni non è un corrotto”, aggiunge Luisa Scarrone.