(ANSA) – MILANO, 20 FEB – Non solo cocaina e hashish, c’era anche ossicodone nel mercato dello spaccio del quartiere San Siro di Milano. E’ quanto emerge da un’indagine coordinata dalla procura milanese che ieri ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 21 persone indagate con l’accusa di appartenere a due associazioni che gestivano lo spaccio nella zona ovest della città. Gli arrestati hanno dai 19 ai 63 anni, sono tutti egiziani a esclusione di 3 italiani. Le indagini sono durate un mese e mezzo. I pusher avevano ruoli e tariffe ben precise, un "cavallino" guadagnava dai 60 ai 100 euro al giorno, dipendeva dal turno diurno o serale. Durante l’esecuzione degli arresti, in piazza Selinunte è stato un susseguirsi di fischi e urla e canzoni usati dalle ‘vedette’ per avvertire i complici. A capo di una delle due bande c’erano un egiziano e la compagna italiana, l’altro era invece gestito da un 42enne egiziano. In totale sono 91 i capi d’imputazione contestati. I due gruppi dediti allo spaccio di droga nel quartiere San Siro di Milano "agivano entrambi nell’arco dell’intera giornata" e, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm milanese Rosario Ferracane e condotte dal commissariato Bonola, soddisfacevano la richiesta "di un numero non inferiore a 50 clienti al giorno". A delineare un quadro della situazione è il gip Tommaso Perna nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di 21 persone, sottolineando che "i due gruppi criminali, pur non essendo legati in alcun modo tra loro", avevano "un identico modus operandi", delegando le consegne delle sostanze a "galoppini" che venivano "retribuiti giornalmente con somme oscillanti tra i 60 ed i 100 euro" in base "all’incarico svolto e alla fascia oraria di lavoro". L’obiettivo era quello di "non esporsi mai ed evitare per quanto possibile di maneggiare lo stupefacente". Il sodalizio capeggiato dal 28enne egiziano Said Shaad, aveva come base logistica un appartamento in via Tracia, mentre l’altro di cui erano a capo i fratelli Bakhit, egiziani di 37 e 43 anni, si appoggiava a un bar di piazza Monte Falterona (ANSA).