(ANSA) – WASHINGTON, 20 FEB – Alexei Navalny è stato ucciso da Vladimir Putin ma è anche colpa dei russi, che al momento giusto non hanno dimostrato lo stesso coraggio degli ucraini per la loro libertà, e dei leader occidentali, che parlano ma non agiscono e sulle cui mani ora "c’è altro sangue". E’ il duro atto d’accusa lanciato dalle colonne del Wall Street Journal da Garry Kasparov, l’ex campione mondiale di scacchi che ha guidato l’opposizione russa insieme a Navalny e Boris Nemtsov. "Temo che i politici occidentali preferiscano che i dissidenti siano martiri. Possono lasciare fiori e dire belle parole mentre negoziano con l’assassino. Nessuno contesta tale ipocrisia. Navalny è stato prima di tutto e sempre un combattente e, a meno non combattano, Biden, il tedesco Olaf Scholz e gli altri dovrebbero tenere il suo nome lontano dalle loro lingue biforcute", scrive l’ex leader dell’opposizione. (ANSA).