Frontalieri in lieve calo in Canton Ticino, un dato in controtendenza rispetto alle ultime rilevazioni. I numeri – relativi al quarto trimestre 2023 – diffusi dall’Ufficio Federale di Statistica. (Qui i dati completi).
Alla fine dell’anno i lavoratori – in larga parte comaschi – che ogni giorno si recano nel cantone di lingua italiana sono scesi a 78.738 (erano 79.664 alla fine di settembre), una diminuzione dell’1%. Rispetto allo stesso periodo del 2022 il saldo rimane comunque positivo e pari all’1,3%.
va da sé che complessivamente sono diminuiti gli italiani che lavorano in Svizzera: ora sono 91.307 (erano 93.091), cioè l’1,3% in meno.
Oltre all’Italia, i principali paesi di provenienza dei frontalieri in Svizzera sono la Francia, la Germania e l’Austria. In totale, in tutta la Confederazione sono 392.831 i lavoratori stranieri che varcano il confine ogni giorno. Solo lo 0,4% rispetto al trimestre precedente e il 3,5% in più in un anno. In prevalenza i frontalieri sono uomini, che risultano essere quasi il doppio delle donne.
La maggior parte lavora nel settore terziario, quindi nel commercio e nei servizi. Segue il settore dell’industria e delle costruzioni, comparto dove nell’ultima parte dell’anno i numeri sono risultati in flessione. Soltanto una minima parte di frontalieri è impiegata nell’agricoltura e nell’allevamento, altro dato in riduzione (-3,9%) rispetto ai mesi estivi.
E’ il primo calo dall’entrata in vigore delle disposizioni del nuovo accordo fiscale ed è ancora prematuro parlare di minore attrattività del frontalierato in Svizzera. Ma un’eventuale conferma in questo senso si potrà avere soltanto con i dati dei prossimi mesi.