(ANSA) – ROMA, 15 FEB – "Colpisce che, per intervenire in materia di sequestro di cellulari e intercettazioni, si dipinga in modo indiscriminato il pubblico ministero come una figura oscura, fuori controllo, che si impossessa dei dati e non vigila sulla loro divulgazione. È una continua opera di delegittimazione della figura del pm, che si vuole a tutti i costi rappresentare come estranea alla cultura della giurisdizione. E l’unico effetto sarà di privarlo delle garanzie di autonomia e indipendenza previste dalla Costituzione e di sottoporlo alla influenza del potere politico, a danno dei cittadini". Così all’ANSA Alessandra Maddalena, vicepresidente dell’Anm, in merito alle annunciate misure del governo sulla riforma del sequestro dei cellulari. È condivisibile – spiega la vicepresidente dell’Anm – la preoccupazione che dati sensibili e personali ed estranei alle indagini possano essere divulgati: per questo, da molti anni, la giurisprudenza ha indicato dei criteri da osservare – proporzionalità, temporaneità e adeguatezza – per l’acquisizione a fini investigativi del contenuto di apparecchi cellulari. Alcuni uffici di procura hanno adottato anche delle linee guida, proprio per evitare acquisizioni indiscriminate di dati, in modo da salvaguardare l’onorabilità e la riservatezza dei terzi e dello stesso indagato. Non discuto l’eventuale scelta del legislatore di intervenire sulla materia, anche assimilandola a quella delle intercettazioni". (ANSA).