Comune di Como contro l’Associazione Giosuè Carducci. “Quegli spazi ce li prendiamo e li gestiremo bene. Per quanto riguarda le pretese dell’associazione Carducci c’è un gran polverone, solo che io nella polvere mi muovo a mio agio. Vediamo come va a finire”. Così il sindaco di Como, Alessandro Rapinese replica duramente alle polemiche sulla vicenda che riguarda gli spazi gestiti dall’Associazione in viale Cavallotti.
Nei giorni scorsi alla presidente dell’associazione Maria Cristina Forgione è arrivata una lettera da parte di Palazzo Cernezzi che chiede la restituzione delle chiavi del Museo Casartelli gestito dall’associazione. Decisa la replica della presidente, che ha inviato una diffida e una richiesta di accesso agli atti.
“La causa all’Associazione Carducci – ha proseguito Rapinese – l’ha fatta il mio predecessore con la richiesta degli oltre 100mila euro, e ha fatto bene. Lo spazio del museo è di proprietà del Comune. Noi abbiamo stanziato un milione 400mila di euro in personale per poter avere persone di qualità nella gestione dei musei: chi oggi va al Tempio Voltiano. Lo stesso vale per la Pinacoteca”.
Per quanto riguarda la futura gestione degli spazi sembrerebbe che a subentrare all’Associazione Carducci sia Fondazione Volta, che potrebbe traslocare da Villa del Grumello ai locali di viale Cavallotti.
L’Associazione dal canto suo – come detto – è intenzionata a non lasciare gli spazi. “Io voglio tutelare i soldi dei cittadini e qui qualcuno era abituato ad avere 22 gradi pagati con i soldi dei cittadini senza un perché – ha poi aggiunto il primo cittadino – C’erano spazi e contratti che a noi sembrano chiari e abbiamo semplicemente detto all’Associazione che c’è un aspetto economico, visto che i soldi li abbiamo chiesti alle associazioni sportive e non sono meno importanti degli altri”. Poi la dura conclusione che lascia intuire come il braccio di ferro andrà avanti: “Quegli spazi ce li prendiamo e li gestiremo bene”.
Infine sulla vicenda interviene anche la lista Civitas con due esponenti. L’ex consigliere comunale della lista, Bruno Magatti spiega: “Che sia di proprietà dell’associazione a me pare difficilmente contestabile e per questo, salvo elementi diversi che dovrebbero però essere resi pubblici, non si comprende come l’amministrazione comunale possa chiederne la consegna delle chiavi dei locali”. Anche l’altro esponente di Civitas, l’avvocato Giorgio Livio, che scrive: “La richiesta della Amministrazione di restituzione dei locali del Museo Casartelli, pur avendo un oggetto diverso rispetto alla vicenda bollette, si fonda sui rapporti regolamentati sin dal 1929 da atti notarili e delibere. Averli ignorati o disattesi da parte dell’amministrazione, purtroppo, dimostra scarso rispetto e insensibilità nei confronti di chi da sempre svolge un importante e continuativo ruolo culturale e sociale in questa bisognosa città”.