“La nuova tassa sulla salute per i vecchi frontalieri è iniqua e di dubbia costituzionalità e deve essere abolita”. Nuova presa di posizione dei rappresentanti dei frontalieri contro la tassa introdotta dalla Legge di Bilancio. Il consiglio sindacale interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte si è espresso in modo unanime contro il balzello.
Il Consiglio sindacale contesta la nuova tassa. “E’ una norma in aperto contrasto con il nuovo accordo sulla tassazione dei frontalieri, secondo il quale spetta unicamente alla Svizzera il diritto di tassare i “vecchi frontalieri” – si legge in una nota – Persino il Governo elvetico, nel prendere atto di questa decisione italiana, ha già risposto che farà tutti gli approfondimenti giuridici del caso per poi muoversi a livello di ambasciata”.
Annunciate iniziative contro la nuova tassa e il coinvolgimento di un team di avvocati per valutare la costituzionalità della norma. “Chiediamo la convocazione urgente del tavolo interministeriale istituito con il nuovo accordo fiscale – è la richiesta del Consiglio sindacale interregionale – Il tavolo è infatti un luogo deputato ad affrontare le implicazioni delle norme nazionali conseguenti alla nuova legge a partire dal tema dell’imposizione fiscale, nonché le controversie interpretative che dall’adozione delle stesse ne derivano”.
Sul tavolo anche il chiarimento dei dubbi sull’elenco dei comuni valido per definire la platea dei “vecchi frontalieri”. “Abbiamo appreso che i tre cantoni di confine vorrebbero riservare lo statuto solo a coloro che vivevano in un comune indicato nelle vecchie liste redatte dai tre cantoni nel 1974 – si legge nel comunicato – Ne resterebbero così esclusi diverse centinaia di lavoratori che in questo modo verrebbero trattati come nuovi frontalieri. Servono chiarimenti urgenti”.