“Il caso dell’associazione Carducci è emblematico e conseguenza di un atteggiamento arrogante e insofferente verso la cultura che ritengo inaccettabile”: con queste parole il critico d’arte e curatore di mostre, oltre che consigliere regionale di Forza Italia, Sergio Gaddi, interviene sul caso dell’associazione Giosuè Carducci, di cui è socio da anni e alla quale il Comune ha chiesto nei giorni scorsi la restituzione delle chiavi del museo Casartelli e di altri spazi, situati all’interno della storica sede di viale Cavallotti 7. “Senza le attività culturali la città si impoverisce – dice Gaddi – Il Carducci è patrimonio indissolubile di Como e ricordo come fosse ieri con quanto amore Carla Porta Musa si sia battuta per valorizzare la generosità del padre Enrico. Che si riduca la questione a un conto di bollette a fronte di un patrimonio ricevuto di tale importanza è sconcertante, – continua Gaddi – perché il Comune è obbligato a sostenerle in quanto l’edificio gli è stato donato negli anni ’30. Per non parlare poi della fumosa ipotesi di trasferimento della giovane fondazione Volta, che non ha alcun titolo per giustificare questa aggressione da parte del Comune”.
Il consigliere Gaddi si appella alla presidente dell’associazione, Maria Cristina Forgione. “Le ho chiesto di non cedere in alcun modo alle richieste del Comune – spiega Gaddi – e contrastare questa incomprensibile decisione con la massima fermezza e in tutte le sedi possibili. Il Comune non ha un rapporto collaborativo e aperto con le associazioni di Como, ma la cultura è fondata sui rapporti. – conclude Gaddi – Così si danneggia la storia della città. Una responsabilità decisamente eccessiva per un’amministrazione”.