(ANSA) – GENOVA, 08 FEB – La Guardia di Finanza di Imperia, coordinata dal procuratore capo Alberto Lari, al termine di delicate indagini ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di quasi tre milioni di euro nei confronti di alcune persone che hanno circuito una novantunenne psicologicamente vulnerabile fino a indurla a compiere un testamento a favore della sorella, estromettendo l’altro fratello dal cospicuo asse ereditario. Un avvocato del foro di Imperia, in virtù del suo ruolo di amministratore di sostegno dell’anziana, con una visita medica neurologica eseguita da un professionista compiacente ha ottenuto la certificazione inerente alla capacità di testare della vittima e, successivamente, grazie a un notaio le faceva redigere un testamento istituendo erede la sorella e, in caso di rinuncia, la nipote. L’attività d’indagine, svolta dal personale del nucleo di polizia economico-finanziaria è stata eseguita attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, mentre alcune perquisizioni hanno consentito di acquisire documentazione bancaria e sanitaria sia presso le strutture dove la vittima era stata ricoverata nel corso del tempo, che presso l’Asl1 Imperiese. Inoltre, le testimonianze raccolte tra il personale sanitario della struttura dove la vittima era ricoverata, che hanno attestato una ben visibile deficienza psichica, le dichiarazioni di un testimone presente alla redazione dell’atto, che raffigurava l’anziana testatrice del tutto silente, e una successiva perizia del ctu, nominato dall’autorità giudiziaria che constatava uno stato tale da comprometterne le facoltà critiche e volitive, portavano alla denuncia di avvocato, notaio, neurochirurgo e della nipote della vittima per il reato di circonvenzione di incapace. Per ‘preservare’ le disponibilità finanziarie e i beni immobili oggetto del testamento il gip ha emesso il decreto di sequestro preventivo di quasi 2 milioni e 300 mila euro di disponibilità finanziarie, di quattro immobili e un terreno situati nei comuni di Roma, Santa Marinella (Roma) e Valenza (Alessandria), per il valore totale di oltre 600 mila euro e di 113 mla euro quale profitto del reato. (ANSA).