(ANSA) – TEMPIO PAUSANIA, 01 FEB – È ripreso questa mattina intorno alle 11 nell’aula del Tribunale di Tempio Pausania, il processo a porte chiuse per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese contestata a Ciro Grillo e a tre suoi amici genovesi, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia. Per la sesta udienza sul banco dei testimoni è seduta la presunta vittima e principale accusatrice dei quattro, che l’avrebbero stuprata la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villa a Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo. Anche l’udienza di oggi si sta svolgendo in modalità protetta: già nella giornata di ieri, a seguito della richiesta presentata dall’avvocata di parte civile Giulia Bongiorno e accolta dal collegio giudicante presieduto da Marco Contu, la studentessa si trova a rispondere alle domande degli avvocati difensori coperta da un drappo nero che le impedisce di incrociare i loro sguardi. A proseguire il contro esame della presunta vittima è l’avvocato di Edoardo Capitta, Mariano Mameli. La parola passerà poi al procuratore Gregorio Capasso e ai legali di parte civile. Ieri è stata un’altra udienza sofferta per la studentessa, oggi 23enne. La ragazza infatti si è rifiutata di vedere le immagini, pochi secondi, del video girato dagli imputati la notte del presunto stupro ed è uscita dall’aula. Un segno evidente della sua emotività nel ricordare le parti più sensibili di questa vicenda. E’ stato l’avvocato Alessandro Vaccaro, difensore di Lauria, a chiedere e ottenere che si proietasse il breve filmato in aula. Una visione necessaria, a suo dire, per porre domande e fare contestazioni alla giovane, all’epoca 19enne, su quanto da lei raccontato in precedenza. A partire dal fatto che, secondo la sua deposizione avallata dall’accusa, fosse incapace di reagire. "Ho visto tutto nero, il mio corpo non mi rispondeva, ho avuto un mancamento e sono svenuta", sono le risposte che anche ieri la ragazza ha ripetuto davanti alle obiezioni dei legali degli imputati. (ANSA).