(ANSA) – MILANO, 31 GEN – Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio davanti al pm di Milano Francesca De Tommasi, la psicologa di 58 anni, indagata assieme ad una collega per falso e favoreggiamento, perché, secondo l’accusa, avrebbe in sostanza aiutato, falsificando alcuni atti tra cui un test psicodiagnostico, Alessia Pifferi, a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, ad ottenere una perizia psichiatrica. "Quello che mi sta accadendo lo vivo con angoscia e stupore allo stesso tempo. Sono affranta a e basita. Sono riusciti a spaventarmi e umiliarmi per motivi che fatico a comprendere", scrive la professionista, assistita dal legale Mirko Mazzali e che per "30 anni" ha lavorato nelle carceri, in una lettera in cui chiede ai vertici dell’ospedale San Paolo e dell’Asst di trovare per lei "una alternativa", perché non vuole più "lavorare all’interno di qualsiasi penitenziario". La perquisizione a suo carico dei giorni scorsi, aggiunge nella missiva-memoria depositata anche al pm, "che ha coinvolto la mia famiglia è una trauma personale". E ancora: "Io sono innocente su tutta la linea". E prosegue: "Credo che la verità verrà a galla", parlando anche di "fortissimo dolore e annientamento". (ANSA).