(ANSA) – CATANIA, 27 GEN – Il distretto di Catania "si segnala come uno dei territori più esposti dal punto di vista della devianza minorile, che matura in contesti altamente degradati e spesso controllati dalla criminalità organizzata, per di più con un apparato amministrativo assai carente in termini di servizi di prevenzione e accompagnamento pedagogico". Lo scrive il presidente della Corte d’appello etnea, Filippo Pennisi, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario. "Gli altissimi tassi di devianza minorile – aggiunge il magistrato – vanno letti anche in correlazione agli allarmanti dati dell’abbandono scolastico che nella città metropolitana di Catania si attesta intorno a una percentuale del 25,2%". Un dato che, assieme ai numeri della devianza giovanile, "pone la città a livelli di primato nazionale, addirittura prima tra le quattordici città metropolitane". Ma il presidente Pennisi rileva che "tuttavia, anche su impulso del Tribunale e della Procura per i minorenni, in accordo con le pubbliche amministrazioni competenti, sono state sviluppate e attuate nuove strategie di intervento, a partire dalla costituzione di un Osservatorio di monitoraggio della condizione minorile, che fin dalle prime riunioni ha posto al centro della propria attenzione il tema della dispersione scolastica, e dalla sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la rimodulazione delle modalità di erogazione del cosiddetto reddito di cittadinanza, con lo specifico obiettivo di vincolare i relativi trasferimenti monetari alla frequenza scolastica dei minorenni figli dei beneficiari ovvero alle condizioni fissate nel patto di inclusione dei percettori". Inoltre con il protocollo ‘Liberi di scegliere’, nel periodo in esame, "quattro donne appartenenti a organizzazioni criminali di vertice hanno deciso di aderire ai percorsi di tale progetto e scelto di essere aiutate ad andare via dalla Sicilia con i figli minorenni, proprio allo scopo di sottrarli a un destino ineluttabile; una di loro ha addirittura deciso di accettare il programma di protezione e, pertanto, è stata sottoposta alle speciali misure tutorie previste per i collaboratori di giustizia" (ANSA).