Città a 30 chilometri orari, nel dibattito innescato dal caso di Bologna, che lo scorso 16 gennaio ha introdotto il limite, abbiamo coinvolto tre figure trasversali: il consigliere regionale comasco di Forza Italia Sergio Gaddi, il docente di economia dei trasporti Università Bicocca di Milano Andrea Giuricin e il comandante della polizia locale di Como Vincenzo Aiello.
Decisamente contrario al provvedimento, il consigliere Gaddi, intervenuto in diretta su Etv. “Basta fare una prova – ha detto – per notare l’assoluta impraticabilità. Perché inventare regole che non verranno mai rispettate?”.
“Meno incidenti ma più smog. I risultati migliori si ottengono con una strategia articolata di prevenzione”, è l’opinione del docente di economia Andrea Giuricin.
“Il provvedimento che introduce i 30 chilometri orari in città, come tutti i provvedimenti viabilistici, deve essere adottato soltanto dopo una puntuale e scientifica analisi di tutti i fattori in gioco – dice il comandante della polizia locale di Como Vincenzo Aiello – e bisogna poi essere in grado di farlo rispettare, altrimenti diventa poco credibile. È necessario capire su quali strade avvengono gli incidenti e per quali cause – dice il comandante – È possibile introdurre diversi tipi di provvedimenti. In alcune vie di Como si dovrebbe andare anche a meno di 30 chilometri orari, così come in alcuni luoghi sensibili, ad esempio in prossimità delle scuole. Se un incidente è avvenuto per scarsa visibilità, si dovrebbe potenziare l’illuminazione. In altri casi è possibile introdurre il semaforo intelligente, che può rallentare il traffico. Quello dei 30 all’ora è soltanto uno dei provvedimenti che possono limitare l’incidentalità, altrimenti lo avremmo già adottato in tutta Italia”.