Una sola coltellata, risultata fatale. Dai primi riscontri, in attesa della relazione finale, l’autopsia effettuata sul corpo di Manuel Millefanti avrebbe confermato che il 43enne sarebbe stato ucciso da un unico colpo inferto a poca distanza dal cuore. Completato l’esame, la Procura di Como ha dato il nullaosta per la restituzione del corpo dell’uomo alla famiglia per l’ultimo saluto.
Manuel Millefanti è stato ucciso nella sua abitazione a Oltrona San Mamette la notte tra domenica e lunedì scorsi. In carcere al Bassone con l’accusa di omicidio volontario l’amico Luca De Bonis, 33 anni. Ieri, durante l’interrogatorio davanti al giudice Carlo Cecchetti, il presunto omicida avrebbe ammesso di aver accoltellato l’amico durante una lite. De Bonis avrebbe ripetuto di essere stato aggredito da Manuel, di aver avuto paura e di essersi difeso impugnando il coltello. Un racconto ancora al vaglio degli inquirenti.
L’arma è stata recuperata dai carabinieri del nucleo investigativo di Como in un casolare abbandonato a Beregazzo dove De Bonis spesso passava la notte. La relazione dell’anatomopatologo Giovanni Scola, che ha effettuato l’autopsia, dovrà confermare anche se il coltello sequestrato possa effettivamente essere l’arma del delitto.
Proseguono intanto le analisi sui cellulari sequestrati dai carabinieri e le analisi degli esperti della scientifica che hanno effettuato i rilievi nell’abitazione di Manuel Millefanti. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Antonio Nalesso. L’omicidio non avrebbe un reale movente e sarebbe avvenuto al termine di una serata che vittima e presunto omicida, come testimoniato anche da una foto postata sui social, avevano trascorso insieme bevendo alcolici e assumendo sostanze stupefacenti nell’abitazione di Manuel Millefanti.