Un limite molto discusso a Bologna, dove dal 16 gennaio è scattato l’obbligo di rallentare sulle strade della città e di rispettare il limite di 30 chilometri orari.
Per capire cosa significhi davvero ‘città a 30’, abbiamo fatto una prova a Como. Una simulazione però che è durata qualche giorno e non solo qualche minuto.
Sulla carta sono tutti d’accordo. E persino gli automobilisti comaschi sembrano a favore di una misura del genere. Poi alla prova dei fatti, il limite dei 30 sembra – come direbbe Fantozzi – “una cagata pazzesca”. Quanto meno in città come Como.
Impossibile mantenere un’andatura a 30 all’ora sulla Napoleona, a meno che non si vogliano consumare tutti i freni. Via Milano invece, per traffico e semafori, porta inevitabilmente a rispettare il limite. Su Via Lecco invece andare a 30 significa essere superati da chi cerca parcheggio.
In città bisogna favorire i pedoni, l ambiente a scapito delle auto. Mettere il limite di trenta sul girone e strade collegate e non sulla napoleona e su viale innocenzo ritengo sia positivo. Contemporaneamente potenziare parcheggi e navette collegate.