(ANSA) – ROMA, 24 GEN – "Mio figlio Federico è stato ucciso dal padre in una struttura protetta dei servizi sociali. Un uomo riconosciuto come un soggetto pericoloso e di cui il bambino aveva paura. Aveva solo 9 anni e per quel delitto nessuno ha mai pagato. Nessun bambino dovrà più vivere lo stesso dramma". Così Antonella Penati, fondatrice e presidente dell’associazione Federico nel cuore, oggi a Roma insieme a UDI Unione delle Donne in Italia, fondazione Una Nessuna e Centomila , Uil, Cisl e Cif, durante l’incontro in Senato per chiedere l’approvazione del Ddl 91 presentato da Valeria Valente e attualmente fermo in Senato. L’iniziativa si propone di colmare i vuoti legislativi in materia di affidamento dei figli nei casi di violenza di genere o domestica. La situazione che emerge dai dati (fonte Eures e associazione Federico nel cuore) è drammatica: 537 minori uccisi negli ultimi 20 anni in Italia. A commettere il reato sono di più gli uomini, quasi sempre i padri (87%). Il figlicidio paterno rappresenta quasi sempre una vendetta mirata di uomini contro le loro ex. Gli autori degli omicidi dei minori hanno un’età compresa tra i 40 e i 45 anni, appartengono al ceto medio-alto e si trovano per lo più al nord Italia, seguito dal centro. L’arma da taglio e altre modalità cruente sono quelle più usate. Solo il 13% dei casi è imputabile alle madri e le motivazioni sono quasi tutte riconducibili a situazioni di violenza/sofferenza o di pericolo, in molti casi più volte denunciate e non considerate. "Il Ddl 91 è a favore dei bambini e completa il Codice Rosso – spiega Federico Sinicato, vicepresidente di Federico nel cuore – Le norme a tutela delle donne non riguardano, infatti, i casi in cui la violenza avvenga sui figli minori. Diamo quindi al giudice il potere di intervenire in via precauzionale sollevando gli assistenti sociali da impropri compiti di polizia e riducendo il loro campo di azione. Di pari passo, rendiamo il sistema normativo più agile, in modo che lo stesso giudice possa sospendere gli incontri protetti in caso di evidenti segni di pericolo e affidare i minori ad altri parenti". (ANSA).