Mamma comasca condannata a un anno e 4 mesi con l’accusa di maltrattamenti alla figlia. La donna, 54 anni, avrebbe costretto la figlia, 16enne al momento dei fatti contestati, a una dieta rigorosa per non farla ingrassare e per non farle superare i 47 chilogrammi.
La sentenza di primo grado è stata letta oggi in tribunale a Como dal giudice Francesca Banfi, al termine di un processo che aveva preso il via nell’aprile scorso. L’accusa aveva chiesto una condanna a due anni della donna. La difesa, con l’avvocato Alessandra Colombo Taccani, aveva chiesto l’assoluzione o, in alternativa, la derubricazione del reato in abuso di mezzi di correzione.
La denuncia
A denunciare i presunti maltrattamenti, nel 2019, era stata la zia della ragazzina, che aveva raccolto lo sfogo della nipote, allora 16enne. L’adolescente sarebbe stata costretta a privazioni alimentari e a pesarsi in continuazione. La madre l’avrebbe anche accusata ripetutamente di essere “grassa” e “brutta”. La donna, dopo l’avvio delle indagini aveva ricevuto un ordine di allontanamento da casa. La ragazzina era stata sentita in audizione protetta, confermando le accuse. Accuse che sono invece sempre state respinte dalla mamma.
Il processo
Il processo ha preso il via a quattro anni di distanza dalla denuncia della zia. La famiglia nel frattempo si è ricomposta e la ragazza oggi è una studentessa universitaria ventenne. In aula, la difesa della 54enne ha negato qualsiasi tipo di vessazione e ha fatto riferimento a problemi di salute della ragazzina e a comportamenti tenuti solo per il bene dell’adolescente.
Oggi la sentenza di primo grado e la condanna a un anno e 4 mesi della 54enne per maltrattamenti. “Aspettiamo le motivazioni, che saranno rese note entro 60 giorni, ma siamo convinti di aver dimostrato che non ci sono stati maltrattamenti – commenta il legale difensore della donna, Alessandra Colombo Taccani – Confido nella giustizia e nella verità e faremo appello”.
“La mamma ha sempre agito solo per il bene della figlia e manca a nostro avviso l’elemento per contestare il maltrattamento – aggiunge il legale – Mi sarei aspettata l’assoluzione o, nella peggiore delle ipotesi l’accusa di abuso di mezzi di correzione. Sulle motivazioni valuteremo l’appello”.