(ANSA) – ROMA, 23 GEN – "L’andamento dei post di indignazione è sempre leggermente superiore a quelli di incitamento, volgari, che propagano messaggi di violenza. E se ne distanziano soprattutto nei punti di picco maggiore: cioè quando accade qualcosa che richiama molto l’attenzione la distanza tra indignazione e linguaggio violento aumenta sempre a favore dell’indagnazione. Quindi abbiamo ritenuto importante studiare cosa ci fosse dentro questa indignazione. E’ molto importante anche per capire come veicolare i messaggi nell’ambito di comunicazione di massa o di campagne di promozione. Abbiamo visto che all’interno dei messaggi di indignazione avevamo un 58% che esprimevano soprattutto rabbia, un 21% tristezza, 3% sorpresa e soltanto l’1% che esprimeva paura. Quindi se dobbiamo parlare a delle persone che usano i social, anche per contrastare i messaggi di violenza, sappiamo che ci stiamo rivolgendo a persone che sono soprattutto arrabbiate rispetto a quello che succede e poco impaurite". Lo ha detto il direttore centrale dell’Istat per le statistiche demografiche e il censimento della popolazione Saverio Gazzelloni durante l’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sui femminicidi. (ANSA).