Non solo curare, ma anche prendersi cura e quindi prevenire l’insorgere di malattie e problemi sanitari. Questo è il punto centrale del Piano Socio Sanitario della Regione Lombardia 2023-2027. Ieri l’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso lo ha presentato alle Commissioni Sanità e Sostenibilità Sociale del Consiglio regionale. “La prevenzione è la chiave e il centro del programma” ha detto.
La Lombardia del futuro: più anziani e fragili
Questo alla luce dei dati. Nei prossimi 20 anni ci sarà un aumento della popolazione anziana: nel 2040 gli ultra 85enni costituiranno l’8% della popolazione lombarda. E aumentano anche le fragilità. Al momento 3milioni di cittadini lombardi hanno almeno una condizione cronica e oltre 670 mila hanno limitata autosufficienza. A questo si aggiunge che entro il 2050, oltre 650mila cittadini avranno bisogno di cure. Il tutto comporterà, secondo le stime, un aumento della spesa sanitaria, che passerà da 24,7 miliardi a 25,4 miliardi di euro.
Cosa prevede il Piano socio sanitario
Il Piano Socio Sanitario vuole quindi aumentare la prevenzione primaria e secondaria per consentire una diagnosi precoce delle malattie. E poi si vuole puntare sui servizi dedicati alle persone con disabilità, a quelle con disturbi mentali e agli anziani. In questo senso il piano prevede un potenziamento dei servizi erogati dalle RSA. E poi più consultori per affrontare la crisi di natalità e sostenere le famiglie, e più integrazione tra ospedali e territorio per la cura del disagio mentale. Nel piano si parla anche delle lunghe liste d’attesa. Per ridurle, bisognerà andare incontro a un’evoluzione del sistema organizzativo regionale – spiegano in Commissione. Quindi si punta a istituire aziende ospedaliere dotate di tutte le discipline di alta specializzazione – dice il piano – rafforzare il ruolo delle Ats e dei Distretti sanitari e completare l’offerta delle Case di Comunità e delle Centrali Operative Territoriali (COT).
Servizi regionali depotenziati e no malattie rare: l’attacco delle opposizioni
Dall’opposizione però attaccano: “Nel piano sociosanitario c’è un sostanziale depotenziamento dei servizi regionali” dicono dal Pd. “Manca un focus sulle malattie rare” sottolineano da Azione Italia Viva. “Occorre che nell’approvazione del piano ci sia condivisione e confronto con le opposizioni, così che tutti possano dare il loro contributo” dicono dal Movimento 5 Stelle. E anche da Fratelli d’Italia c’è chi evidenzia la necessità di “incentivare il personale socio sanitario a restare nei territori di montagna e di confine, anche attraverso un sistema di welfare specifico per queste categorie”.