(ANSA) – BOLZANO, 19 GEN – In un mondo rumoroso, con il confine tra realtà e virtuale che svanisce, c’è ancora chi sceglie una vita spirituale fatta di silenzio, solitudine e preghiera assidua. E’ il caso del sacerdote bolzanino don Massimiliano de Franceschi, don Max per gli amici, che ha deciso di vivere da eremita diocesano in Alto Adige. Davanti al vescovo Ivo Muser il cinquantenne ha emesso la professione semplice che lo vedrà condurre – inizialmente per tre anni – una vita lontana dal mondo. Come eremita diocesano, fratel Massimiliano – così si fa chiamare d’ora in poi – si è dato una regola di vita che è stata consegnata durante il rito della professione. L’eremitismo è uno speciale stile di vita della Chiesa cattolica riconosciuto dal diritto canonico. Gli eremiti vivono ritirati, in solitudine e silenzio, per dedicarsi alla preghiera e alla penitenza. La Chiesa riconosce due tipi di eremiti: gli eremiti diocesani, che seguono le direttive del vescovo, e gli eremiti che appartengono a un ordine religioso. Gli eremiti diocesani si impegnano pubblicamente a una vita di povertà, castità e obbedienza, mentre gli eremiti religiosi sono sostenuti dalla loro comunità. In Italia si contano circa 150-200 eremiti, in Germania se ne stimano circa 70-80. Fratel Max ha scelto di vivere come eremita diocesano. Come tale segue le indicazioni del vescovo, che deve riconoscere e vigilare sulla vita eremitica per garantire che sia autentica e corrispondente al magistero della Chiesa. "Il desiderio di condurre vita eremitica è anche per me, come per tante sorelle e fratelli prima di me, l’impegno a rispondere ad una chiamata che invita a stare in una dimensione di solitudine e silenzio. Dopo i primi anni di servizio attivo come sacerdote nella nostra diocesi, ha acquistato sempre più forza il richiamo verso una maggiore solitudine, l’eremo appunto. Per questo intendo condurre una vita più ritirata, segnata da preghiera e silenzio, in un cammino di continua conversione nel luogo individuato di comune accordo con i miei superiori", scrive fratel Massimiliano nella sua regola di vita. (ANSA).