(ANSA) – VIAREGGIO (LUCCA), 17 GEN – Per la prima volta in quasi 15 anni della vicenda, Marco Piagentini, uno dei superstiti del disastro ferroviario di Viareggio, ha condiviso in pubblico la sofferenza personale patita per la perdita della moglie e di due figli negli incendi che investirono la città il 29 giugno 2009. "Approfitto di questa occasione per fare un ricordo di mia moglie Stefania, che aveva 40 anni, dei miei figli Luca, 4 anni, e Lorenzo di 2 – ha detto Marco Piagentini in una conferenza stampa sulla sentenza della Cassazione – Io e Leonardo, l’altro figlio, rimanemmo gravemente ustionati. Per quello che ho sofferto io nei sei mesi di ospedale, non avrei sopportato un dolore simile per mia moglie e i miei figli", il più piccolo "Lorenzo – ha ricordato – è morto solo in una stanza di ospedale". "Non potrò mai dimenticare quello che ho provato – ha proseguito Piagentini – ed è per questo che la battaglia è arrivata dal dolore, che mi porterò per sempre dentro". Un’altra familiare, Daniela Rombi, che nella strage ha perso la figlia Emanuela 21enne ringrazia chi è stato vicino alle famiglie fra cui il ferroviere sindacalista Riccardo Antonini, che fu licenziato per le critiche alle Fs. "Chiederemo – ha detto Daniela Rombi – che possa riavere la tessera da ferroviere e scriveremo al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio per revocare il cavalierato a Mauro Moretti". "Grazie alla città di Viareggio per esserci stata a fianco – ha concluso – Continueremo a batterci per la sicurezza in ferrovia e nei posti di lavoro". L’avvocato dei familiari Gabriele Dalle Luche ha detto che "il processo per noi è finito come parti civili. Adesso c’è un passaggio esclusivamente per stabilire il calcolo della pena per determinati imputati. E’ stata accertata la responsabilità civile e penale per gli imputati sia italiani che tedeschi. E’ una sentenza storica perché sono stati condannati i manager di aziende statali: in Italia è un fatto davvero unico". "Un concetto – ha continuato Dalle Luche – che vorrei ribadire è che anche coloro che hanno avuto imputazioni andate in prescrizioni restano comunque colpevoli per le loro responsabilità". (ANSA).