(ANSA) – TORINO, 17 GEN – La fisica delle bole di sapone suggerisce applicazioni per le tecnologie sostenibili e a basso costo per l’energia solare e per la farmaceutica. Il risultato è pubblicato sulla rivista Physical Review Letters dal Politecnico di Torino e la ricerca è stata condotta nell’ambito del progetto europeo Sofia, in partnership con l’Università svedese di Uppsala, quelle olandesi di Leiden e Amsterdam e con l’azienda bulgara Wasabi Innovations. I ricercatori hanno scoperto che è possibile rompere la simmetria della conformazione a sandwich delle pareti delle bolle di sapone. A coordinali è Eliodoro Chiavazzo, ordinario di Fisica tecnica industriale e direttore dello Small lab al dipartimento Energia del Politecnico di Torino. Del suo gruppo fanno parte Luca Bergamasco e Gabriele Falciani. Le bolle di sapone hanno pareti sottilissime la cui parte centrale, formata da uno strato d’acqua, è racchiusa infatti tra due pellicole di tensioattivi. Il processo messo a punto dai ricercatori è un drogaggio (doping) delle due interfacce del film di sapone che sfrutta la deposizione asimmetrica di agenti chimici tramite un aerosol (uno spray di finissime goccioline di sostanza dopante) sulle superfici del film. Nell’immediato questo risultato apre la strada alla possibilità di utilizzare i film di sapone come membrane reattive, a basso costo e auto-riparanti per diverse applicazioni energetiche tra cui, ad esempio, processi foto-catalitici per la produzione di combustibili solari come il monossido di carbonio a partire dall’anidride carbonica o dall’idrogeno. Oltre alle possibili applicazioni nel campo dell’energia, la capacità di creare film di sapone dissimmetrici potrebbe ispirare un’intera serie di nuove applicazioni nel campo della sensoristica molecolare e della farmacologia, ma anche contribuire a migliorare la comprensione di alcuni sistemi in natura che basano le loro caratteristiche funzionali proprio sulla dissimmetria, come avviene nella fotosintesi naturale. (ANSA).