(ANSA) – TORINO, 16 GEN – L’occhio, simbolo inconfondibile di una delle influencer più note al mondo, oggi al centro di inchieste, che osserva una Milano cinta da filo spinato con, sotto, una grande scritta, ‘1984’. Con un richiamo orwelliano, è dedicata a Chiara Ferragni e alla ‘prigionia’ social, l’ultima opera dello street artist torinese Andrea Villa, affissa questa notte in via Reggio e corso Regio Parco. "Il libro di George Orwell – ricorda Villa – immaginava un mondo dove gli schermi televisivi spiavano tramite telecamere le vite e le azioni delle persone, per uniformarle al pensiero unico del Grande Fratello, il dittatore supremo che controllava tutto con i suoi occhi digitali. Il protagonista del libro era prigioniero in casa, controllato a vista dalla telecamera del suo televisore. Così come Chiara Ferragni – spiega – si ritrova prigioniera del suo stesso social e della sua stessa immagine, un occhio che l’ha sbugiardata e ora la imprigionato, vittima del suo stesso mezzo comunicativo. Lo schermo dell’ipocrisia si è incrinato – dice l’artista – , il re è nudo e si vedono gli ingranaggi della dittatura dell’immagine, dove la ‘grande macchina’ governa le scelte delle persone". Per Villa "non importa se sei povero o ricco come i Ferragnez: la macchina ti schiaccerà comunque. Una dittatura distopica reale, perché vive nella nostra vita e nei nostri schermi". (ANSA).