Truffe telefoniche del finto carabiniere o finto operatore delle forze dell’ordine che chiama a casa le famiglie avvisando di un problema o, peggio, di un incidente e mette in allarme le vittime per poi alla fine chiedere soldi. La segnalazione arriva da una coppia di pensionati di Erba che, fortunatamente, ha capito subito che qualcosa, in quella telefonata, non andava e hanno quindi contattato i carabinieri. I militari, raccogliendo la segnalazione, hanno risposto che non era la prima della giornata e che ne erano già arrivate numerose. Tutte riferibili ad un fantomatico maresciallo che doveva annunciare una difficoltà avvenuta ad un familiare.
“La telefonata è arrivata ieri attorno alle 14 – racconta la donna 72enne di Erba – l’uomo si è presentato dicendo di essere il maresciallo dei carabinieri. Mi ha chiamata per cognome e mi ha detto che era successo qualcosa a mio figlio. Gli ho subito chiesto di chiarire i fatti e per tutta risposta mi ha domandato se fossi in casa da sola o se con me ci fosse qualcuno di più giovane. Mi sono indispettita – racconta ancora la donna – e gli ho detto di lasciarmi il suo recapito e che dopo alcune verifiche avrei richiamato io. Così l’uomo al telefono mi ha detto di ricontattare il 112 e poi ha appeso”. “A quel punto ho comunque chiamato mio figlio per avere conferma che si fosse trattato di un tentativo di truffa e poi ho avvisato i veri carabinieri. Rispondendomi, subito mi è stato riferito che era forse la quindicesima chiamata della giornata”. “Quello che non mi spiego – conclude la donna infastidita e amareggiata – è come abbiano il mio numero che non è neppure più sugli elenchi e come sapessero che ho un figlio?”.
Un tentativo come moltissimi altri. Purtroppo però a volte – l’agitazione del momento – può portare a credere alle informazioni che vengono comunicate.
I consigli dei carabinieri
I carabinieri ricordano che in questi casi la prima cosa da fare è farsi ripetere il nome di chi chiama, quindi del sedicente operatore delle forze dell’ordine. Fare attenzione poi a non fornire, anche involontariamente, altre informazioni mentre si resta in linea. Quindi chiudere la chiamata e richiamare il 112 per verificare. E soprattutto – si ribadisce – in nessun caso vengono chiesti soldi. I militari della Compagnia di Como stanno da tempo conducendo una campagna di prevenzione da questi reati con incontri anche in chiesa alla fine delle sante messe o nei centri anziani.
A Erba, peraltro, proprio in questi giorni è tornato l’allarme furti nelle abitazioni.