Una ferita che si riapre. Così il sindaco di Erba Mauro Caprani parla della decisione della Corte d’appello di Brescia di discutere sull’eventuale processo di revisione della strage di Erba. “Si riapre una ferita che era quasi completamente chiusa e di cui credo che la città, ora presa d’assalto, non abbia bisogno – dice il sindaco – A tutti i cittadini sembra strano che dopo anni si apra forse un processo di revisione di un caso che sembra morto e sepolto”.
La corte, dove 17 anni fa è avvenuta la strage di Erba per cui sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, è ora tornata al centro delle cronache. Chi abita lì però non vuole commentare questa decisione e anzi dice di voler essere lasciata in pace.
Tra le strade della cittadina, tanti i cittadini che non vogliono dire la loro e commentare. In molti però pensano che sia giusto riaprire il caso perché – dicono – “Olindo e Rosa sono innocenti”. Tanti altri invece si chiudono nel silenzio perché stufi della situazione. “Erba e noi erbesi siamo stanchi. Finiamola perché non se ne può più. Non si capisce perché vogliano riaprire il caso” commenta una cittadina.