(ANSA) – GENOVA, 10 GEN – "Il rabbino di Colonia mi ha detto che una persona è dimenticata solo nel momento in cui si dimentica il suo nome e questo è il motivo per cui abbiamo voluto mettere i nomi dove tutto è iniziato. La prima idea era quella di fare le targhe ma per evitare problemi con i proprietari delle case, in Germania, abbiamo scelto di mettere le pietre in terra. Pietre nelle quali, come ha detto un mio studente, si inciampa sia con il cuore che con la testa". Gunter Demnig, ideatore delle "Stolpersteine", le pietre di inciampo, racconta così a Genova la nascita dell’idea per mantenere la memoria della Shoah. A Genova la prima "pietra di inciampo" era stata posata in galleria Mazzini e questa mattina ne sono state posate altre 13. "Credo che questo sia uno dei più importanti veicoli di memoria che si possa avere – sottolinea Filippo Biolè, presidente del comitato Pietre d’inciampo di Genova e dell’Accademia Ligustica – perché l’arte parla un linguaggio universale. Le persone si raccolgono attorno a questa forma di arte urbana, inciampano nel loro recente passato, lo scoprono, si informano e lo ricordano". La prima di queste "testimonianze" è stata posta nei pressi di via Dufour 11 alla presenza del consigliere comunale Angiolo Veroli in ricordo di Francesco Moisello, per proseguire in corso Magenta 5 con la collocazione di ulteriori tre Pietre in memoria di Ida, Arturo e Luciano Valabrega durante una cerimonia alla quale è intervenuto l’assessore a Urbanistica e Sviluppo Economico Mario Mascia, e poi in via Padre Semeria 21, in ricordo di Giorgina Milani ed Ettore, Bice, Maria Luisa, Giorgio, Roberto e Paolo Sonnino, in via Felice Cavallotti 11 per Marco Rignani, e in via Casaregis 4A per Bellina Ortona. (ANSA).