(ANSA) – LONDRA, 03 GEN – Re Carlo III potrebbe abdicare "fra 5 o 10 anni". Ad azzardare la previsione è il Daily Mail, tabloid simbolo della stampa popolare britannica più sensazionalista, indicando un termine tanto vago quanto privo al momento di riscontri. Ma rilanciando comunque una suggestione evocata un paio di giorni fa in toni più seri sul progressista Guardian dall’opinionista Simon Jenkins, alla luce della scelta dell’83enne regina di Danimarca, Margrethe, che a Capodanno ha annunciato la rinuncia alla corona a beneficio dell’erede Frederik. Jenkins, corsivista indipendente del Guardian (spesso più anticonformista rispetto alla linea editoriale del medesimo giornale), ha dedicato questa settimana la rubrica di cui è titolare proprio al 75enne Carlo, salito al trono poco più di un anno fa, alla morte della madre Elisabetta II, dopo un’attesa di ben sette decenni all’ombra della longeva matriarca di casa Windsor. E non ha mancato di elogiarlo come un sovrano degno di rispetto, divenuto ai suoi occhi in questi mesi una figura "attiva e popolare", tanto da essersi in qualche modo "guadagnato" il diritto a a regnare "dopo un periodo di apprendistato tanto lungo". Ma lo ha invitato a progettare le tappe d’un passaggio di consegne pilotato col primogenito William, indicando in anticipo la scadenza d’una ipotetica futura abdicazione a favore di un re più giovane e rinunciando alla tradizione secondo cui un monarca regna di regola sino alla morte. Soluzione adeguata, nelle sue parole, alla "monarchia costituzionale" della Gran Bretagna di oggi – più solenne rispetto al modello scandinavo, eppure in sostanza ormai non diversa da quella danese – e all’intenzione riconosciuta a Carlo III di voler interpretare "i segni dei tempi". Nessuno – elucubrazioni del Mail a parte – sa peraltro se il suggerimento possa essere preso in considerazione a Buckingham Palace (o quando). Suggerimento che del resto Simon Jenkins rivolse a suo tempo invano (in quel caso a beneficio di Carlo) già a Elisabetta: ringraziandola per il rigoroso servizio alla nazione, ma argomentando che un Paese moderno non potesse più avere un capo di Stato ultranovantenne. (ANSA).