La tassa sulla sanità per i vecchi frontalieri è realtà. La Legge di Bilancio, varata in via definitiva introduce l’obbligo, per i lavoratori occupati in Svizzera, di pagare da 30 a 200 euro al mese per contribuire al finanziamento del sistema sanitario nazionale. La norma obbliga a versare la somma alla Regione di residenza e ora dovranno essere definite le modalità attuative. Via libera anche al bonus di confine per gli operatori della sanità.
La cifra
Nonostante le polemiche e le richieste dei sindacati di categoria e di parte della politica di bloccare il nuovo balzello, la tassa è stata confermata nella manovra. Un emendamento proposto dalla Lega ha fissato un tetto minimo e massimo per il contributo, che potrà comunque variare dal 3 al 6% del salario, a seconda della decisione delle singole Regioni, ma all’interno dell’intervallo indicato, da 30 a 200 euro. La tassa riguarda i frontalieri che non rientrano nel nuovo regime fiscale, ovvero, al momento, la quasi totalità dei circa 80mila lavoratori che ogni giorno varcano il confine.
Il bonus di confine
La Legge di Bilancio introduce anche il bonus di confine per gli operatori sanitari, una misura da tempo invocata dal territorio per contrastare la fuga in Svizzera di medici e infermieri. E’ il rovescio della medaglia della tassa imposta ai frontalieri. “Le somme affluite sul bilancio di ciascuna regione interessata – è quanto previsto dalla manovra – sono destinate al sostegno del servizio sanitario delle aree di confine e, prioritariamente, a beneficio del personale medico e infermieristico, quale trattamento accessorio, in misura non superiore al 20 per cento dello stipendio tabellare lordo”.
Molti gli aspetti ancora da definire, che dovranno essere chiariti nelle prossime settimane. La Legge di Bilancio “rimanda a un decreto interministeriale l’individuazione delle modalità di assegnazione delle somme, di versamento del contributo e della quota da destinare, da parte di ciascuna delle regioni al personale”.
Il commento
“La destra ha bocciato l’emendamento alla manovra che chiedeva di cancellare la vergognosa nuova tassa sulla sanità per i lavoratori frontalieri che vivono nei comuni di confine – attacca la parlamentare del Pd Silvia Roggiani, segretaria regionale dem della Lombardia – Il governo si accanisce contro 80mila lavoratori e le loro famiglie. Vorremmo sapere se la destra lombarda condivide la decisione del governo, perché su questo nuovo balzello arriva solo un silenzio assordante”.
Come frontaliere posso anche accettare questa imposta ma mi disgusta il pensiero che mi viene tolta una parte di stipendio che mi guadagno lavorando sodo in svizzera (nessuno ti regala nulla … è ora di smettere di credere che dall’altra parte del confine gli stipendi siano piu’ alti e che tutto sia facile … la sveglia è alle 5.00/6.00 ed il rientro non prima delle 19.00-20.00) per destinarla a medici ed infermieri del Servizio (o disservizio) nazionale italiano.
Quello che vorrei almeno, visto che contribuiamo in doppia misura (abbiamo anche le imposte alle fonte) e di poter scaricare da questa nuova tassa almeno le spese che sosteniamo (farmacia, visite mediche private e non, ecc.)
Spero che nella definizione delle “modalità attuative” sia presa in considerazione questa possibilità.