Minori stranieri non accompagnati, il Partito Democratico attacca il Comune di Como. Non si placa la polemica attorno alla decisione di Palazzo Cernezzi: il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, non ha rinnovato la convenzione con la parrocchia di Rebbio interrompendo la collaborazione sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati con don Giusto della Valle, parroco le cui idee piuttosto radicali in passato hanno innescato accesi dibattiti (QUI LA NOTIZIA).
L’amministrazione comunale ha parlato di “scelta gestionale” ma la decisione, inevitabilmente, va valutata anche in chiave politica. Non è un segreto che l’approccio radicale di Don Giusto al tema migranti si scontri con la visione del fenomeno da parte del centrodestra prima e della giunta attuale.
“ ’Un mero atto di natura gestionale’ è stata la fredda risposta del sindaco – attacca Carla Gaiani, segretaria provinciale del Pd – senza peraltro farsi carico di proporre soluzioni alternative ad un fenomeno migratorio esistente in città. Una scelta che come Partito democratico di Como consideriamo insensata e socialmente deprecabile, che sa tanto di pretesto nei confronti della Parrocchia di Rebbio. Si liquidano così anni di collaborazione e di servizio reso alla città di Como; un impegno importante e costante che don Giusto ha svolto senza mai tirarsi indietro, nemmeno di fronte alle emergenze che molto spesso hanno messo in seria difficoltà enti locali e istituzioni del comasco e non solo”.
Gaiani conclude auspicando che “il sindaco Rapinese possa ripensarci e tornare sulla sua decisione, per il lavoro sin qui fatto da don Giusto, per la città di Como, ma primariamente per dare speranza di una vita migliore a tanti ragazzi già oggi segnati da sofferenze e dolori”.
Nei giorni scorsi, commentando la sua stessa scelta – e probabilmente immaginando che dalle fila dell’opposizione sarebbe stato attaccato – il sindaco di Como Alessandro Rapinese aveva detto: “Sull’accoglienza non accettiamo lezioni da nessuno. La percentuale di minori stranieri non accompagnati che abbiamo noi sfido a trovarla altrove. Abbiamo gestito fino a 350 ragazzi senza che si siano registrati problemi. Il tema è delicato e deve essere affrontato nel migliore dei modi”