(ANSA) – TERNI, 22 DIC – Gesù bambino quest’anno nasce tra le macerie della guerra in Terra santa. Accade con il presepe realizzato a Terni dall’Istituto di studi teologici e storico sociali – presso il Cenacolo San Marco – ha voluto rappresentare la Natività, con Gesù adagiato su un cumulo sassi e mattoni piuttosto che nella mangiatoia. "È un presepe che racconta l’immane tragedia che si sta vivendo in Palestina e a Betlemme, in Cisgiordania", spiega all’ANSA Arnaldo Casali, il direttore dell’Istess. "I pastori sono stati uccisi e al loro posto, nel nostro presepe, ci sono i soldati, mentre i carri armati hanno sostituito di fatto i cammelli" spiega Casali. "Invece della stella cometa, sopra la capanna – aggiunge – vola un minaccioso aereo militare pronto a lanciare missili. A vegliare il Bambinello c’è soltanto la Madonna, mentre San Giuseppe è rimasto al di là delle macerie e sta a simboleggiare come tante famiglie sono state divise dal conflitto". "Il presepe dell’Istess – spiega ancora il direttore – vuole avere sempre un occhio di riguardo alle sofferenze e alla realtà, perché è così che nasce, come ci ricorda San Francesco con la prima rappresentazione della Natività a Greccio. Francesco di Assisi diceva di voler vedere nel presepe tutto il disagio in cui era nato Gesù, nella nostra Natività – sottolinea Casali – Gesù nasce addirittura senza mangiatoia e senza bue e l’asinello, viene al mondo nelle peggiori delle condizioni, in un clima di totale sofferenza come quello che stanno vivendo migliaia di bambini vittime della guerra, ma sarebbe meglio dire delle guerre". "Le macerie in cui nasce Gesù non sono, però, solo quelle dei confitti, ma sono anche quelle che ci portiamo dentro, causate ad esempio dalla solitudine", ricorda ancora il direttore dell’Istituto. "Ma nel nostro presepe c’è comunque un segno di speranza – conclude Casali – ed è rappresentato dal fatto che la capanna di Gesù è rimasta in piedi, come è ancora in piedi la speranza e la fede di milioni di persone". (ANSA).