(ANSA) – ARCE, 21 DIC – Solo sei tracce di legno rinvenute nel nastro adesivo utilizzato per immobilizzare il cadavere di Serena Mollicone subito dopo il suo delitto sono compatibili per il 90% con la porta del bagno dell’alloggio sfitto della Caserma di Arce (in provincia di Frosinone) contro la quale, secondo l’accusa, sarebbe stata scaraventata mortalmente la liceale di 18 anni, sparita da Arce il primo giugno 2001 e trovata morta nel vicino bosco Fonte Cupa in località Anitrella il 3 giugno successivo. Lo ha ribadito oggi nel corso della sua deposizione la dottoressa Elena Pilli, uno dei 44 testi citati dalla Procura Generale per dar vita alla rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, all’interno del processo d’appello in corso a Roma. Una deposizione ritenuta cruciale al punto che è stata l’unica di questa quinta udienza. La botanica forense del Ris dei Carabinieri ha analizzato la tipologia dei 19 microframmenti lignei rinvenuti nello scotch usato per avvolgere il naso, la bocca ed il collo di Serena. Sei sono compatibili con il legno della porta dell’alloggio nella caserma dei carabinieri di Arce, altri sei sono stati definiti ‘parzialmente compatibili’ e altrettanti non lo sono affatto. Relativamente alla natura della 19ma traccia di legno rinvenuta però nei capelli di Serena ormai priva di vita, la dottoressa Pilli ritiene che quel frammento sia compatibile solo per l’0,88% con il legno della porta del bagno che sia la Procura generale ora e sia quella di Cassino in primo grado, ritengono sia l’arma del delitto. Fu uno degli elementi che condusse all’assoluzione del maresciallo comandate Franco Mottola, di sua moglie Anna Maria e del loro figlio Marco, del vice di Mottola, Vincenzo Quatrale (per l’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi), mentre l’appuntato Francesco Suprano è accusato di favoreggiamento. (ANSA).