(ANSA) – GENOVA, 19 DIC – Ha rilasciato spontanee dichiarazioni, ribadendo la sua estraneità ai fatti, Francesco Corsiglia – amico di Ciro Grillo e imputato con lui a Tempio Pausania nel processo per violenza sessuale -, indagato questa volta a Genova per un’altra presunta violenza avvenuta in una discoteca del capoluogo ligure a fine luglio. Corsiglia, difeso dall’avvocato Gennaro Velle, aveva chiesto di essere interrogato. "Manteniamo il più stretto riserbo" il commento del legale. Oltre a Corsiglia sono stati sentiti anche altri due giovani che quella sera erano nella discoteca dove ci sarebbe stata la molestia. Era stata la difesa del ragazzo a chiedere di sentire altri testimoni. Il pubblico ministero Federico Panichi nelle prossime settimane chiuderà le indagini dei carabinieri. Da quanto emerge gli interrogatori non avrebbero cambiato il quadro accusatorio. Il ragazzo è indagato per violenza sessuale nei confronti di una diciannovenne alla quale, secondo l’accusa, aveva sollevato il top mentre ballava in un locale di Corso Italia, la passeggiata a mare della movida genovese. Dopo il gesto la giovane lo avrebbe preso a schiaffi in mezzo alla pista. Il giovane chef è a processo per un presunto stupro avvenuto a luglio 2019 in Sardegna, insieme a a Grillo jr, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. La vittima era una studentessa italo-norvegese di 21 anni. L’avvocata Antonella Cuccureddu, uno dei legali del pool di difesa, è stata minacciata via social dopo le polemiche sollevate dalle sue domande alla principale accusatrice dei quattro e definite "da Medioevo" dal legale della ragazza. Per quanto riguarda la vicenda genovese, Corsiglia a luglio era in Liguria per tre giorni. "Dopo avermi strappato il vestito mi ha pregato di non denunciarlo, dicendomi che avrebbe passato grossi guai perché aveva già dei problemi. Ma quello che aveva fatto mi era sembrato troppo grave e così ho subito formalizzato la querela" aveva detto ai carabinieri la giovane genovese. (ANSA).