Sindromi simil-influenzali in oltre 14 casi ogni mille assistiti in Lombardia nella settimana dal 4 al 10 dicembre. E il picco si raggiungerà nel periodo delle prossime festività natalizie, a cavallo tra il 2023 e il 2024. Sono i dati diffusi dall’Ats Insubria, raccolti attraverso la sorveglianza epidemiologica e virologica condotta dai medici di base e dai pediatri e nei pronto soccorso.
La fascia d’età più colpita attualmente è quella dei bambini fino ai 4 anni, che non avendo perlopiù sviluppato gli anticorpi in precedenza, si infettano per primi e contribuiscono poi alla diffusione del contagio. I virus maggiormente in circolazione, ad oggi, sono Rhinovirus, Enterovirus, Sars-CoV-2. Secondo il bollettino settimanale del Ministero della Salute, i nuovi contagi Covid in Italia nella settimana dal 7 al 13 dicembre sono 55.542, con 7.426 posti letto occupati negli ospedali, 240 dei quali in terapia intensiva.
“Caldeggiamo l’invito ad aderire alla campagna vaccinale antinfluenzale e anti Covid19 in corso – spiegano dalla direzione Sanitaria di ATS Insubria – è infatti ancora possibile per tutta la popolazione, a partire dai 6 mesi di vita, ricevere entrambi i vaccini ottenendo così la copertura necessaria per trascorrere le prossime festività in tutta serenità, riducendo la diffusione delle infezioni delle vie respiratorie”.
“Il numero dei casi Covid sta aumentando – è intervenuto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso – e siamo preoccupati soprattutto per quello che potrà accadere durante le vacanze natalizie, anche se in questo momento siamo molto più preoccupati per quelle che possono essere le conseguenze di patologie influenzali, rispetto a quelle del Covid. Sulla campagna vaccinale – ha continuato – ci sono state delle risposte, ma non sono state quelle che ci aspettavamo. Chi va in Pronto soccorso è soprattutto perché non si è vaccinato”.
Intanto, il 15 dicembre è stata inviata una nuova circolare alle Regioni per rafforzare la raccomandazione di fare tamponi ai pazienti sintomatici in entrata negli ospedali. I dati sulla circolazione virale hanno indotto alcune aziende sanitarie a ripristinare l’obbligo della mascherina per accedere a reparti e ambulatori.