(ANSA) – VENEZIA, 17 DIC – Venezia tornerà a scavare il fango dei rii cittadini più interrati, lungo i quali ormai la navigazione è un problema anche per le idroambulanze, per l’assenza del fondale minimo. L’intervento di scavo, interrotto nei primi anni Duemila, riguarderà l’escavo, parziale o totale, di 14 canali minori, alcuni dei quali tuttavia nevralgici per la navigazione in centro storico, come il Rio dei Tolentini, il Rio della Tana (a fianco dell’Arsenale) e quello dei Bareteri (vicino a San Marco) Per farlo – scrive ‘La Nuova Venezia’ – il Comune ha stanziato 3 milioni di euro, tra avanzi di fondi della Legge Speciale e contributi regionali. L’intervento di manutenzione nei 14 canali verrà effettuato ‘in umido’, una tecnica che, pur meno efficace di quella a secco, con i rii portati all’asciutto e le rive protette da palancole, permette l’asportazione dei fanghi con tempi rapidi e costi ridotti. Serviranno circa sei mesi per concludere gli interventi, più altri due mesi per il campionamento e l’analisi del materiale, per determinarne il grado di inquinamento e quindi la destinazione per lo smaltimento o l’eventuale riutilizzo in opere nella laguna. I canali verranno riportati ad quota di fondo ideale, variabile tra – 1,80 -2 metri, fino a – 2,20 sul medio mare, calcolato sullo zero di Punta della Salute. L’escavo dei canali di Venezia si era interrotto agli inizi degli anni 2000, causa anche la destinazione prioritaria di risorse della Legge speciale al Mose. Dal 2010 non c’era più stata una destinazione specifica di risorse per il progetto integrato rii. (ANSA).