Il treno è troppo alto. No, la galleria è troppo bassa. Il caso, al limite del paradossale, per non dire della barzelletta, tiene banco da giorni al confine tra Italia e Svizzera. La querelle riguarda la galleria Monte Olimpino, lungo la linea ferroviaria Milano-Chiasso, dopo la stazione di Como San Giovanni. I nuovi convogli di Trenord, a due piani, non possono transitare nel tunnel perché non ci passano.
Ed ecco l’immancabile rimpallo di responsabilità tra Trenord, che difende i suoi convogli e scarica la colpa sulla galleria inadeguata e Rfi, gestore della rete, che rigira la frittata e contesta la decisione di ordinare nuovi convogli che, era ben noto, non avrebbero potuto percorrere la galleria.
A pagare le spese, neanche a dirlo, sono al solito gli unici incolpevoli, i viaggiatori. Pendolari che quotidianamente si spostano tra Italia e Svizzera per lavorare o per studiare e che rischiano di doversi fermare a Como San Giovanni per cambiare treno, cercando una coincidenza con un TiLo, i convogli che viaggiano tra Ticino e Lombardia, più piccoli e adatti a percorrere anche la galleria Monte Olimpino.
Il problema
Il caso è esploso dopo che uno dei vecchi convogli in viaggio sulla Milano Chiasso, per un guasto è stato sostituito da un Caravaggio. Risultato, corse interrotte a San Giovanni e, in direzione opposta, in partenza dal capoluogo lariano anziché dalla Svizzera. Con il nuovo orario, in vigore da ieri, il problema rischia di ripresentarsi con maggiore frequenza perché saranno sempre più numerose le corse effettuate con i nuovi convogli.
Trenord
Trenord, nelle scorse ore ha ribadito che entro il 2025 tutte le vecchie carrozze saranno sostituite dai Caravaggio e che sarà inevitabile spostare il capolinea della S11 a Como. “Il modernissimo treno è stato concepito per le linee suburbane – attacca Trenord – Va da sé quindi che non è il treno, ma è la galleria di Chiasso ad essere inadeguata alle esigenze dell’alta domanda di mobilità ferroviaria espressa dai territori lombardi”.
Rfi
“Nel prospetto informativo della rete di Rfi sono pubblicate tutte le caratteristiche della rete e le imprese ferroviarie le conoscono prima di richiederne le tracce” replica il gestore della rete tramite l’ufficio stampa. Rfi precisa però che non è esclusa l’ipotesi di adeguare la galleria. “Attraverso lo strumento del tavolo tecnico di ascolto è stata avanzata da Regione Lombardia la richiesta di adeguamento della sagoma – fa sapere l’ufficio stampa – Sono le prime verifiche e studi fatti da Rfi di un intervento complesso sia dal punto di vista tecnico che impegnativo dal punto di vista finanziario. Si stanno approfondendo le prime risultanze degli studi per definire tempi e costi dell’intervento”.
Difficile ipotizzare una soluzione entro il 2025. Ai pendolari, paradossalmente, non resterà che sperare di continuare a poter usare le vecchie carrozze.