Medici, infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari in sciopero oggi contro la Legge di Bilancio e in difesa del Servizio Sanitario Nazionale.
Garantiti i servizi pubblici essenziali per ridurre il più possibile i disagi ai cittadini. Inevitabili ripercussioni sulle attività sanitarie programmate e non urgenti. Per quanto riguarda l’Asst Lariana sono saltate delle sedute chirurgiche programmate così come qualche visita ambulatoriale ma i dati precisi saranno diffusi nei prossimi giorni.
Alla manifestazione di Roma anche Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici comaschi e della Lombardia. “Ho partecipato per denunciare la situazione in cui si trova il nostro sistema sanitario nazionale, la grande carenza di medici e personale sanitario dovuta a errate politiche di gestione del ricambio generazionale e per difendere i diritti dei cittadini di poter utilizzare in tempi brevi le prestazioni della sanità pubblica” ha spiegato. “Vogliamo – aggiunge Spata – difendere i diritti dei medici di poter lavorare in serenità, tranquillità e con una buona qualità di vita e di essere riconosciuti come vere risorse e non considerati solo costi. Tutti dovrebbero ricordarsi – conclude – come la nostra categoria, insieme con le altre professioni sanitarie, sia stata fondamentale per superare la pandemia pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane”.
Orsenigo (PD): “Governo e Regione ascoltino i professionisti”
I gruppi di centrosinistra in Consiglio regionale hanno tenuto questo pomeriggio un flash mob in Aula in solidarietà verso medici, infermieri e tutti gli altri professionisti sanitari.
“Siamo di fronte a un definanziamento netto della spesa sanitaria, che si traduce in meno soldi alle Regioni per i rispettivi servizi sociosanitari regionali, e in Lombardia la proposta che arriva agli operatori sanitari per ridurre le liste d’attesa è: lavorate di più – dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd – La verità è che il personale manca, in generale e a partire innanzitutto dagli infermieri, oltre che nel caso di alcune precise specialità mediche. Serve un piano nazionale ambizioso e serve una riforma sociosanitaria regionale in Lombardia che metta finalmente al centro il personale e il diritto alla universalità del servizio per ciascun cittadino, aspetti completamente ignorati nelle riforme di Maroni nel 2015 e di Fontana-Moratti nel 2021”.