Lutto nel giornalismo per la scomparsa di Massimo Ciuchi. Comasco, classe 1951, Massimo Ciuchi ha iniziato la sua carriera all’Ordine, poi al Giorno ed infine alla Gazzetta dello Sport, dove ha lavorato fino alla pensione come caporedattore. Grande appassionato di fotografia e di motonautica, ha seguito le gare più importanti di questo sport, anche in tempi recenti, immortalando i protagonisti delle competizioni con le sue immagini spettacolari.
Fino all’ultimo Massimo Ciuchi ha mantenuto intatta la passione per il suo lavoro e ai colleghi chiedeva di essere attenti e precisi e di avere rispetto per il lettore, evitando sciatterie, titoli incomprensibili ed errori. Sono molti i giornalisti e gli sportivi – soprattutto piloti e addetti ai lavori della motonautica – che in queste ore stanno manifestando il loro cordoglio per la sua scomparsa.
La collega Luciana Rota, che all’inizio della sua carriera giornalistica ha avuto Ciuchi come caporedattore, lo ricorda con queste parole. “E’ stato il mio primo maestro di giornalismo sportivo di cronaca, allora era il capo della Redazione Milano, responsabile di Gazzetta Milano, grande appassionato di nautica, grande persona. Un porto sicuro per chi voleva lavorare bene, imparare il mestiere, crescere e sorridere di una professione bella e che esigeva rigore e attenzione alla verifica dei dati e delle informazioni per responsabilità del prestigio della testata. Ogni volta che mi dava un incarico per un pezzo, spesso pezzi di colore e di umanità sportiva, ci metteva ironia ma allo stesso tempo profonda sensibilità. Era bellissimo lavorare in squadra con lui”.

E’ stato mio testimone di nozze (5 aprile 1975). Lo ricordo quando lavorava all’Ordine. Io allora ero al La Notte, assieme a Adolfo Caldarinii . Ci siamo ritrovati al Giorno (io a Como, lui a Milano) Massino, che la terra ti sia lieve.
Marco