Non è solo il razionalismo comasco a essere “sotto attacco”. Qualsiasi cosa ricordi i totalitarismi del 900 rischia di esser cancellato, modificato, snaturato, in nome di una presunta sensibilità contemporanea.
Sensibilità che, è bene dirlo, è rappresentata solo da una precisa parte del centrosinistra, non tutto. Da quella parte più ideologica e radical(e).
L’architettura razionalista di Como – ne abbiamo ampiamente parlato qui, ieri – è nel mirino dell’Europa. Una notizia che ha fatto alzare gli scudi agli oppositori della cosiddetta “cancel culture”.
Ma qualcosa di simile potrebbe succedere a Cervinia, nota località sciistica della Valle d’Aosta. Scrive il Corriere della Sera: “Cervinia diventa solo Le Breuil. Residenti in rivolta per il cambio di nome: «Danni al turismo e caos burocrazia. Il comune dovrà cambiare segnaletica e cartellonistica. E per i documenti degli abitanti si annuncia l’ingorgo burocratico. La decisione per cancellare l’attuale nome «autarchico» voluto dal regime fascista”. Ci va giù più pesante Il Giornale, che titola: “Follia in Valle d’Aosta. “È un nome fascista”. E Cervinia diventa Le Breuil”.
La decisione arriverebbe dal presidente della giunta regionale della Valle d’Aosta, Renzo Testolin, dopo che la precedente amministrazione di Valtournenche aveva chiesto il ritorno al nome originario della località montana. Ora dovrà occuparsene il nuovo sindaco, Elisa Cicco.
Cervinia potrebbe quindi tornare alla denominazione pre-Ventennio. Con buona pace, ovviamente, dell’ultimo secolo storia e soprattutto di chi, con il brand turistico di Cervinia, ci campa, e dovrà fare i conti con queste discutibilissime revisioni.